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martedì 10 maggio 2016

Di numeri e checklist

Sono una persona organizzata e razionale, che crede nel metodo e nell'ordine. Credo anche nella genetica, per cui ritengo di avere trasmesso alcune di queste caratteristiche al diavoletto biondo. Certo, il confine tra l'ordine ed un disturbo ossessivo-compulsivo è spesso labile, per cui, osservando attentamente alcuni comportamenti di Trottols mi è capitato di preoccuparmi un po'.

O forse un po' più di un po'.

Interno sera, subito dopo cena. Mamma e papà guardano quei cinque minuti cinque di telegiornale giusto per non perdere completamente il contatto con il mondo, mentre una Trottols stranamente calma è seduta al tavolino rosa dell'Ikea, indaffarata con carta e pennarelli. Mentre sto facendomi internamente forza per affrontare la quotidiana battaglia serale della messa a letto, il diavoletto biondo mi anticipa, si alza dal tavolo e mi porge un foglio scribacchiato.
"Ecco papà, tieni!"
"Cos'è Trottols? Un altro dei tuoi disegni in cui io sono invariabilmente vestito in rossonero e tu stai - non solo metaforicamente - in mezzo tra me e mamma? Ah, no, aspetta. E' una fila orizzontale di simboli... Due quadrati vuoti, un pallino pieno, un quadrato vuoto e due pallini pieni... E' il tuo codice segreto?"
"Ma papà, cosa dici?" esclama il diavoletto con uno dei suoi sorrisoni irresistibili, "Questo quadrato è lavarsi i denti e non l'ho ancora fatto, questo è fare la pipì e non l'ho ancora fatto, questo pallino è mettersi il pigiamino e l'ho già fatto, questo quadrato è dire la preghierina e non l'abbiamo fatto e questi pallini sono prendere Papo e Cocci e li ho già messi a nanna."

La checklist.
Ha fatto la checklist della messa a letto.
Non so se essere ammirato o terrorizzato.

Mattina, percorso casa-asilo. Il diavoletto oggi è in vena di esercizi di matematica.
"Papà, contiamo fino a mille?"
"Fino a mille? Trottols, non vuoi cantare la canzone di Notre Dame de Paris? Quella del poeta? Oppure quella del prete innamorato?"
"No, oggi voglio contare!"
E contiamo, dunque.
Fino al trentanove ci arriva agevolmente da sola, poi inizia un duetto in cui Trottols elenca i numeri dall'uno al nove, ed io completo la decina.
"Quarantuno, quarantadue, quarantatre, quarantaquattro, quarantacinque, quarantasei, quarantasette, quarantotto, quarantanove e..."
"Cinquanta, Trottols, cinquanta."
"Cinquantuno, cinquantadue..."
Fortunatamente la strada per l'asilo è abbastanza breve per cui, "Centoventuno, centoventidue, centoventitre... Papà, siamo arrivati. Allora basta contare."
Ecco, brava, basta contare.

Una decina di mattine dopo si ripete più o meno la stessa scena.
"Papà, contiamo fino a mille?"
"Non preferisci leggere le lettere sui tombini? O guardare le nuvole?"
"No, oggi voglio contare!"
"Va bene, comincio  io: Uno, due..."
Lo sguardo di disapprovazione negli occhi del diavoletto è da premio Oscar. "Ma no, papà,  non dobbiamo ricominciare... Centoventiquattro, centoventicinque, centoventisei..."

Certo, la signora che spazza il marciapiede davanti a casa nostra ormai ci avrà fatto l'abitudine a vedermi camminare con la mandibola caduta, ma in certi casi non riesco proprio a tenerla su...

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