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mercoledì 29 luglio 2015

Trottolingua

Ovvero, quando il pensiero è più elaborato della parola. Parola e pensiero sono, ovviamente, quelli del diavoletto biondo, che acquisisce quotidianamente nuove competenze intellettive a cui, purtroppo per lei, non sempre corrispondono adeguate conoscenze linguistiche.

0800 Zulu
Ancora addormentato e rincitrullito dal caldo sto accompagnando Trottols alla scuola estiva, che fortunatamente è situata negli stessi locali della scuola materna, con le stesse insegnanti e con più o meno gli stessi compagni, quando, girato l'angolo, la piccola, assonnata ed accaldata tanto quanto me, ha un sussulto. "Papà, guarda! I puliziotti!"
"Poliziotti, Giulia, poliziotti. E poi, guarda bene, non sono poliziotti. La macchina è blu scuro con le strisce rosse e la parola sulle portiere comincia con la C... Ti ricordi che li abbiamo incontrati anche settimana scorsa? Dai, salutali!"
"Giusto papà, non sono puliziotti." E passando di fianco alla volante sfodera il suo più bel sorriso. "Ciao cabarinieri, buon lavoro!"

1830 Zulu
Giulia vuole, fortissimamente vuole, imparare a leggere ed a scrivere. Le abbiamo quindi comprato un libretto da colorare, nel quale le lettere vengono formate unendo dei puntini. Visto che la piccola non è per nulla competitiva ci si è buttata a pesce, facendolo diventare il suo passatempo principale e preferito, al grido di "Mampà, mi dai il quaderno?", ad ogni rientro pomeridiano a casa.
"Ma certo Giulia, eccolo, vai pure a giocare."
"Grazie mampà. Puntini... Vi seppellisco!" 

1930 Zulu
Da quando, un mattino, Trottols si è svegliata grattandosi freneticamente a causa dell'attacco notturno di una o più zanzare, il diavoletto biondo ha sviluppato un vero e proprio odio per quegli insetti succhiasangue. Seduta a tavola, ne intravede una appoggiata sul muro della cucina.
"Papààààà!!!! Vieni, presto!"
"Dimmi Giulia, cosa c'è?"
"Là, là, là, una zanzara! Una zanzara!"
"La vedo, Trottols, cosa devo fare?"
Attimo di riflessione...
"Falla diventare morta!"  

2030 Zulu
E' l'ora della messa in scena del solito teatrino pre sonno. "Dai Giulia, lavati i denti, è ora di andare a nanna!"
"NOOOOOO!!! Nanne noooooooo! E' prestooooo!!! Ancora cinque minutini piccoli così!"
"No, Giulia, i cinque minutini piccoli così sono già passati (tre volte). Adesso andiamo a nanna sul serio."
"Mampà, ma perchè non posso restare sveglia di più?"
"Perchè te lo dicono mamma e papà, che sono grandi e sanno come si fa."

Piccola nota per i fautori del metodo le regole si condividono e non si impongono: la mezz'ora precedente è stata spesa invano per convincere Trottols della necessità del sonno notturno. Passati i 30 minuti scatta l'autoritarismo.

"Tanto un giorno diventerò anch'io della vostra stessa misura!"

2130 Zulu
Nonostante la procedura della messa a letto sia stata fatta con tutti i crismi, Trottols non vuole saperne di dormire. Si rigira nel letto lamentandosi perchè "il cuscino non è fresco", ci chiama con le scuse più assurde (pipì, cacca, acqua, copertina), gioca la carta del mal di pancia, a cui gli arguti genitori rispondono con il più classico dei "Va bene, allora prendiamo la medicina", per commuoverci arriva ad esclamare "Mampà, sono proprio contenta di vivere in questa famiglia!". 
All'ennesima chiamata, sbotto: "Basta Giulia! Adesso dormi, che domani mattina ti devi alzare presto per andare a scuola, e se dormi poco non ti svegli in tempo!"
Momento di silenzio. Siamo riusciti a convincerla?
Vocina dalla stanza di Trottols: "Eeeh, ma c'è ancora tanta notte!"
Evidentemente no.

mercoledì 15 luglio 2015

Papà, scusami...

L'educazione del piccolo diavolo biondo procede.

Alla velocità di una lumaca pigra sul ghiaccio, ma procede.

Stare seduti composti a tavola, non interrompere qualcuno quando parla, masticare a bocca chiusa sono piccole grandi sfide che abbiamo intrapreso ultimamente, approfittando del tempo passato insieme durante le vacanze. Su alcune cose Trottols risponde molto bene, mentre su altre fa orecchie da mercante con una faccia tosta meravigliosa. Un insegnamento in particolare però le è rimasto ben impresso nella mente: la necessità che ci sia silenzio prima di parlare, soprattutto se c'è già una conversazione in atto.
Devo dire che la piccola, che mostra un talento naturale impressionante per attirare l'attenzione, ha impiegato un secondo per imparare la tecnica e settimane per perfezionarla.

Sera, cena. Seduti a tavola, un caldo infernale e la televisione in sottofondo, io e mia moglie ci raccontiamo le rispettive giornate. Ad un certo punto, sentendosi esclusa da discorsi di riunioni, colleghi, multe e produzione, Trottols inizia la preparazione: si raddrizza sulla sedia, appoggia i gomiti al tavolo, unisce le punte delle dita a triangolo davanti alla faccia, con gli indici che sfiorano il mento e fa un bel respiro.

"Ehm," (giuro, dice proprio "Ehm", non si schiarisce semplicemente la voce).

Un secondo cronometrato di pausa. Ci ammutoliamo e la guardiamo.

"Papà, scusami..."
"Dimmi, Trottols"
"Parliamo un po' di quando ero piccola?"
Traduzione dal trottolese: mi sono strarotta di sentire le vostre cose, e poi alla televisione non c'è nemmeno Peppa Pig ma il telegiornale, quindi...
"Certo Trottols, quando eri piccola stavi sempre in braccio, avevi il ciuccio e il pannolino"
"Bleah! Meno male che sono cresciuta..."
E la conversazione può ricominciare. Per qualche minuto almeno, perchè di lì a poco Trottols riparte.
"Mampà, ma quando ero piccola ero nella culla?"
"Giulia, non si interrompe qualcuno che sta parlando. Aspetta che finiamo e poi parli tu."

"Ehm..."
Secondo di pausa.
"...Papà, scusami..."

"Sì?"
"Ma quando ero piccola ero nella culla?"

Tremo al pensiero di cosa succederà quando inizierà a studiare dialettica...