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lunedì 1 settembre 2014

La Spacceria

La spacceria è un posto magico. E' vicino alla casa dei nonni, ci andiamo in macchina, ha le vetrine verdi e dentro è pieno di cose buone. Ogni mattina che non è lunedì beviamo il cappuccino, papà mi fa mescolare il suo caffè e mamma mi dà un pezzo di brioche. E poi c'è il tato delle brioches...

La spacceria è, evidentemente, il bar pasticceria nel quale, durante le vacanze, facciamo colazione prima di andare in spiaggia. Ottime brioche, giornali a disposizione, buon caffè, l'atmosfera rilassata del bar di paese... Si sta bene e ci mette di buon umore. In più quest'anno Giulia ha iniziato a mostrare un interesse particolare per il pasticcere... Saranno le brioche che le dà, sarà che ogni tanto le fa una tazzina di schiuma di latte, sarà che ha una faccia simpatica, ma nostra figlia è andata giù di testa. Ogni mattina, scesa dalla macchina, parte a razzo verso il negozio, apre la porta e con urla acutissime di giubilo palesa la sua presenza, con sommo gaudio degli avventori. Saluta il pasticcere a voce altissima e se lui per caso è impegnato, il diavoletto biondo inizia a saltellare su e giù sventolando braccia e treccine finchè non viene finalmente salutata.
A quel punto, quando si rende conto di essere stata notata, subentra il "e adesso che succede?". Trottolizia si irrigidisce, diventa tutta rossa, si fa prendere in braccio per guardare aldilà del bancone e scrutare il pasticcere nascondendo la faccia nel collo di papà, alternando sorrisi beati a strilli di gioia, che a lungo andare provocheranno il distacco del timpano al povero genitore.

Insomma, una cotta in piena regola.

Il pasticcere sta ovviamente al gioco, con sorrisi e complimenti, per la vergogna gioiosa di nostra figlia, che alterna fughe in avanti a precpitose ritirate tra le gambe di mamma o papà.

L'altra sera, mentre tornavamo a casa in macchina dopo cena, Giulia ha salutato la spacceria come fa sempre. "Ciao spacceria! Ci vediamo domani mattina per la pappa!"
Un secondo di riflessione e silenzio e poi... "Mamma, papà, io sono innamorata del pasticcere".
Ci guardiamo un secondo e scoppiamo a ridere. Avrà sentito noi due che ogni mattina lo ripetiamo agli avventori del bar per giustificare il suo comportamento da invasata. Però sentire tua figlia che dice di essere innamorata fa comunque un certo effetto, no?
Un altro secondo di pausa e "Mamma, papà, io voglio domire col pasticcere!"
La temperatura all'interno della macchina precipita di trenta gradi. Eh, no, cazzo. Questo da noi non l'ha sentito.
Sto già inziando a preoccuparmi di dove mia figlia voglia passare la notte.
Con quindici anni di anticipo.

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